venerdì 11 aprile 2008

Me.


Questa sera sono così. O forse non sono mai stato diverso. Avete presente quando guardando una vostra foto vi chiedete se quelli che vedete impressi siate davvero voi? Beh, io vedo la castrazione di un essere, che dire represso è banale lo so, ma che si riscontra sensibilmente fuori posto. Se potesse parlare (e potrebbe in fondo) chiederebbe un involucro più simile a quello che percepisce di rappresentare realmente. Vorrebbe essere un mutaforma, un'eterna metamorfosi, che ciò che circola al suo interno fosse immediatamente visibile e riscontrabile dall'esterno (escludendo gli organi interni ed il sangue poichè il tutto verrebbe classificato immediatamente come emorragia), che ogni pensiero o stato d'animo avesse forma e colore proprio e che non si manifestasse attraverso una misera interfaccia composta di fibre sfilacciose e tessuti imperfetti. Il risultato è una mimica assai scadente.
Una cosa è certa. Evitare drasticamente le uscite da casa in queste condizioni, qualcuno potrebbe spaventarsi.

In teoria vi è una perfetta possibilità di felicità: credere all'indistruttibile in noi e non aspirare a raggiungerlo.

(Franz Kafka, Aforismi di Zürau)

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